Questo
borgo murato sorge a qualche chilometro da Galluccio suo
capoluogo. È un borgo con le sue case disposte a grappolo e a
balconate sulla piana del Garigliano e del golfo di Gaeta. Nelle
giornate limpide il panorama e a mozzafiato fino alle isole
Pontine. Il territorio fu abitato fin dalla Preistoria, grazie
anche alle numerosi sorgenti e al terreno fertile. La zona era
abitata da un popolo italico: Gli Ausoni – Aurunci. Quest’ultimi
nella successiva pianificazione del territorio attraverso la
razionalizzazione della viabilità e la centuriazione,
sconvolsero l’ager e sorsero ville rustiche di medie dimensioni
con lo scopo anche di controllare il traffico commerciale e il
territorio. Avanzi di un terrazzamento in opera poligonale di
una villa rustica del II secolo a.C. sono stati utilizzati come
basamento della chiesa di S. Bartolomeo (caratterizzata dal
Campanile fasciato di verde lucente dell’edera). Presso
l’edificio di culto si conserva un pressario di età Romana, che
da pendant a un altro, murato nel prospetto di una abitazione
nello slargo di via Martoni. L’origine Romana del luogo sembra
essere documentata dallo stesso toponimo nel 1308 in una
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menziona di un
ecclesia S. Maria de Sipizano. Nel feudo dei Galluccio, così
denominato per essere in possesso della famiglia nobile dei
Galluccio (XII). Nel 1480 sotto Ferrante d’Aragona il feudo
venne affidato a Fieramosca, poi successivamente ai Velluti.
Sotto Carlo di Borbone nel 1734 ci fu un enorme aumento della
popolazione con relativo sviluppo economico, rispetto alle altre
zone del Regno Sipicciano ebbe con altre contrade di Galluccio
un suo ulteriore sviluppo urbano intorno alle chiese di S. Maria
e di S. Bartolomeo. Tra la fine del 1700 e la metà del 1800
Sipicciano fu attraversata da ideologia liberali unitarie
tramite gli Scamiciati. Dopo il 1861 fu interessata dal
brigantaggio post unitario. Infatti il bosco di Vallemarina era
il covo dei briganti Tommasino, Pace, Guerra e Fuoco. Il
fenomeno del brigantaggio meridionale prese avvio dalla reazione
dei contadini e dei ceti meno abbienti alla perdita dei limitati
vantaggi economici garantiti dal sistema feudale borbonico (fra
cui l’usufrutto del pascolo comune); il brigantaggio si sviluppò
inoltre dalla ribellione all’introduzione degli oneri fiscali e
della leva obbligatoria da parte dello
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stato italiano. A questo
diffuso malcontento si unì la propaganda borbonica, promossa
dall'ex sovrano Francesco II, sostenuto dal clero e dal
legittimismo internazionale. Difficile fu il periodo durante la
seconda guerra mondiale a causa della linea Gustav presente
nella zona di Cassino. L’abitato nonostante le trasformazioni
naturali e umane conserva ancora la sua caratteristica di borgo
murato. Mentre attraversiamo il piccolo centro storico,
osserviamo la realizzazione di rampe esterne tutte in pietre
vulcaniche. Le testimonianze rinascimentali come la finestra in
via Montagna ci accompagnano lungo il percorso. La finestra la
cui ornia è decorata da cornici rettangolari entro cui sono
poste delle rosette con quattro petali con un bottone centrale.
Tutt’intorno palazzi della nobiltà rurale rimaneggiati in tempi
diversi, hanno loggiati coperti, balconi, androni e portali di
discreto gusto compositivo. Imponente per la sua Grande mole il
Palazzo Zarone. In via Montagna c’è un Palazzo signorile
provvisto di cappella, appartenuto ai Galdieri. In località
Folchi, nei pressi del lavatoio c’è il Palazzo De Petrillo, con
doppia loggia al piano nobile e a quello superiore;
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gli archi
del primo piano sono lobati. La Parrocchiale è intitolata a
Santa Maria del Trionfo. Racchiusa da una piazzetta dominata da
un tiglio centenario, la chiesa presenta una semplice facciata a
capanna con portale trilitico rifatta nel 1675 anno del Giubileo
su cui vi è una cornice sopra la quale un finestrone. Il
campanile si articola su quattro ordini che inquadrano aperture
ad arco fondo. L’interno presenta nel presbiterio un polittico
del 1600. Di qualche pregio le statue di S. Bartolomeo e in
marmo di S. Sano. Al centro del soffitto una tela che raffigura
il trionfo della Vergine. Il 26 luglio si festeggia la festa
patronale in onore di S. Anna.
La zona è
ricca di prodotti genuini come il vino (Galluccio DOC), olio,
castagne e funghi porcini (entrambi prodotti agroalimentari
tradizionali).
Le
manifestazioni, tra le più visitate della Regione Campania,
organizzate nel borgo sono “Tiempi belli re na vota” l’ecomuseo
della civiltà rurale dell’alto casertano (primo fine settimana
di agosto) e la “Sagra della Castagna e del Fungo Porcino”
(primo fine settimana di ottobre).
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